Uno degli aspetti più interessanti della tradizione taoista è relativo alla sua cosmologia, una sorta di fotografia che descrive il processo di creazione dell’universo che conosciamo (e di quello che, solo apparentemente, ci pare di non conoscere o di non riconoscere) e una serie di intuizioni che ci suggeriscono come avvenga l’interazione di noi umani con queste due dimensioni.
Una fotografia che ci aiuta a comprendere meglio da dove arriviamo e dove presumibilmente stiamo andando.
Studiando la dottrina taoista ci si accorge che i cinesi avevano una precisa idea di come questo universo sia organizzato e quale sia lo scopo stesso dell’esistenza terrena. Avevano anche un’idea alquanto precisa di come sia organizzata la dimensione da cui proveniamo e che a volte ci pare di non riconoscere, presi come siamo a gestire la polarità connessa con la vita terrena.
Nei millenni hanno sviluppato una serie di tecniche e conoscenze che miravano a semplificare il dialogo e le interazioni tra queste due dimensioni. L’intento del praticante è quello di ristabilire il dialogo con il nostro luogo di origine. Dove tutto ha avuto inizio, dove il nostro spirito originario si è “separato” dal Tao per sperimentare il corpo e la vita fisica. Tornare all’origine, o meglio prepararsi per tornare all’origine, non significa fuggire dal corpo con il miraggio di un’esistenza più serena lontano da qui. Significa invece iniziare qui il lavoro di reintegrazione di tutti i nostri aspetti incompleti per riprendere un dialogo con la parte più sottile di noi stessi che qui, nel mondo fisico, fa fatica ad esprimersi completamente.
I principi taoisti del Chi, la Forza Vitale, sono gli stessi per tutte le creature viventi. Si basano sul concetto di bilanciare le forze Yin e Yang (ricettive ed espansive) presenti in ogni persona e in ogni atomo presente in natura. Queste energie, grazie alle innumerevoli interazioni tra loro, definiscono un Campo Energetico che “definisce la nostra realtà”.
Il Qi Gong e le pratiche alchemiche ci permettono di comunicare con questo campo energetico, interagendovi in armonia e con naturalezza. La pratica della meditazione, che dovrebbe sempre essere affiancata dal qi gong (che possiamo considerare una sorta di meditazione in movimento) prevede una serie di esercizi e di semplici tecniche che facilitano il raggiungimento del “silenzio” interiore. Una condizione essenziale per poter osservare con maggiore attenzione e vedere più in profondità.
La tradizione alchemica prevede, con queste premesse e con alcune tecniche precise, di raffinare Jing, Chi e Shen (corpo fisico, energetico e spirituale) per integrare tutti quegli aspetti del nostro essere prima di tornare, quando sarà necessario o inevitabile, da dove siamo partiti.
Interessante è anche che il Tao non si cura e non entra in conflitto con alcun credo religioso. Nonostante una religione taoista sia esistita ed esista tutt’ora, differisce molto da quello che siamo abituati a esprimere quando parliamo di religione. Qualunque sia il nostro credo, la pratica ci aiuta ad ancorare il nostro spirito al corpo guadagnando una maggiore integrità e un maggiore equilibrio.